Vincenzo Barba: lettera aperta all’amico consigliere provinciale Sandro Quintana
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giovedì 25 febbraio 2010
martedì 23 febbraio 2010
Comunicato stampa. (porto Turistico Gallipoli)
In occasione del Consiglio Comunale tenutosi nella giornata di lunedì scorso, il Sindaco Venneri ha risposto all’interrogazione da me formulata e relativa all’atto esecutivo sottoscritto da lui e dalla società Italia Navigando il 19 ottobre 2009 che dava il via alla realizzazione del porto turistico all’interno del porto commerciale di Gallipoli. Dal momento che l’iniziativa aveva avuto vasta eco sulla stampa locale e che a distanza di alcuni mesi nulla fosse accaduto, avevo richiesto al Sindaco cosa fosse successo nel frattempo. Nella sua risposta, il Sindaco “.... ha ritenuto opportuno sospendere tale procedura, onde impedire che la stessa potesse di fatto essere invalidata, magari in corso d’opera o al termine del procedimento, provocando così un inutile quanto mai dannoso spreco di risorse pubbliche.” In pratica il porto turistico ancora una volta non si farà. Sul piano dell’opportunità amministrativa la risposta del Sindaco non fa una piega, ma vi è da dire che appare quanto mai imbarazzante che il sindaco arrivi sul punto di porre in essere una progettualità di rilievo per Gallipoli e poi, nel silenzio più assoluto, tutto si fermi. E ricordiamo quante polemiche destò la notizia, per il fatto di essere stata improvvisa e non condivisa, in quanto non preventivamente portata a conoscenza delle categorie interessate e della città tutta. Poi esplose il polverone delle intercettazioni telefoniche e su Gallipoli si accesero i riflettori della macchina giudiziaria. Oggi, l’ipocrisia e l’incapacità del Sindaco raggiunge l’apice quando, proseguendo nella risposta alla mia interrogazione afferma: “Prova ne sia che proprio in questi giorni una società privata ha impugnato presso il TAR di Lecce la convenzione in oggetto, a conferma di quanto fondate, legittime e reali fossero le perplessità al riguardo avanzate da questo esecutivo civico”. In sintesi dunque, il sindaco firmò gli atti e dette fiato alle trombe, poi avanzò a se stesso delle perplessità ed infine per paura di contenziosi, fece marcia indietro. Ciò che è successo deve essere chiaro a tutti i Gallipolini. Il sindaco Venneri firmò la convenzione per il porto turistico con Italia Navigando durante il suo primo mandato, senza far seguire subito l’atto esecutivo ed iniziare così i lavori. In questo secondo mandato il sindaco Venneri, a distanza di molti anni, ricordava di quella convenzione in sospeso e tentava di farla procede siglando l’atto esecutivo con Italia Navigando. In maniera corretta invece non avrebbe dovuto firmare nulla bensì presentare in Consiglio Comunale una nuova convenzione in sostituzione di quella vecchia ormai scaduta. Ecco la causa invalidante; una forzatura politica ed una illegittimità amministrativa fatta proprio da Venneri, sotto il naso dei suoi stessi consiglieri di maggioranza e di tutta la città. Morale della favola: è deludente assistere all’incapacità dell’amministrazione cittadina, sempre in bilico tra scelte imperiose, incomprensibili ai cittadini ed il ricatto politico/elettorale.
Il consigliere comunale "Noi ci siamo!"
Referente cittadino Italia dei Valori
Avv. Tommaso Scigliuzzo
Referente cittadino Italia dei Valori
Avv. Tommaso Scigliuzzo
lunedì 22 febbraio 2010
Taranto: nave SIDECASTOR dell’ILVA carretta del mare o imbarcazione sicura?
A guardarle vengono quasi i brividi, ma le foto della nave SIDECASTOR “griffata” ILVA non lasciano troppi spazi al dubbio: è una carretta del mare o una nave che rispetta tutti i canoni e gli standard internazionali di sicurezza? E’ questo sostanzialmente l’interrogativo che ha posto il Presidente del “Fondo Antidiossina Taranto” al Comando della Capitaneria di Porto di .Taranto e che il sottoscritto Giovanni D’AGATA, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, tiene a ribadire nel rinnovare la richiesta di necessari accertamenti e verifiche tecniche onde si dirima ogni ragionevole dubbio sulle preoccupazioni di chi ha potuto osservare la nave e fotografarla.Condividiamo, quindi, le perplessità e l’apprensione del prof. Fabio MATACCHIERA poiché è interesse non solo degli enti preposti al controllo ma soprattutto di tutti la cittadinanza che sia garantita la sicurezza in mare per evitare conseguenze pericolose per l’ambiente, per il fragile ecosistema mediterraneo e quindi per la salute umana.
Giovanni D'Agata
Componente Dipartimento nazionale
tematico Italia dei Valori "Tutela del consumatore"
. E qui la fine del post.
mercoledì 10 febbraio 2010
A PROPOSITO DI CASE IACP OCCUPATE ABUSIVAMENTE
Si è rivolta allo Sportello dei diritti, tramite il suo legale Avv. PiergiorgioProvenzano, una anziana leccese, raccontando la sua incredibile quanto emblematica storia.
Nel mese di gennaio 2005, dopo una lunga attesa (la domanda risaliva al 1999), l’Ufficio casa del Comune di Lecce comunicava alla signora R.R. che era divenuta assegnataria di un alloggio popolare, che però l’interessata non potè visionare in quanto le porte dell’immobile erano ancora murate a titolo cautelativo per evitare occupazioni abusive.
Successivamente la signora veniva contattata dall’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI dove provvedeva, previo versamento dei relativi oneri, alla sottoscrizione del contratto di locazione. Con sua grande sorpresa, però, recandosi sul luogo per prendere possesso dell’immobile, verificava che lo stesso era stato occupato abusivamente. Da allora si instaurava un estenuante rimbalzo di responsabilità tra COMUNE DI LECCE e ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI, e ciascun Ente, dichiarando a parole la propria massima disponibilità e buona volontà per risolvere il problema, di fatto non faceva nulla, addebitando all’altro ente la responsabilità per il protrarsi della situazione.
Sta di fatto che la signora R.R. ha dovuto rivolgersi ad un avvocato ed oggi, dopo cinque anni, nonostante
1. un provvedimento d’urgenza del TRIBUNALE DI LECCE che impone allo IACP di compiere tutte le attività necessarie a consentire alla signora R.R. il godimento dell’immobile,
2. un procedimento penale pendente a carico degli occupanti abusivi,
3. un giudizio civile pendente innanzi il TRIBUNALE DI LECCE per l’adempimento del contratto di locazione ed il risarcimento del danno,
la signora R.R. ancora vive nell’appartamento a canone di mercato nel quale abitava, e non sa quando potrà vedere realizzato il suo sogno di poter avere una casa popolare ad un prezzo per lei accessibile!
E’ IMPORTANTE SOTTOLINEARE CHE LA SIGNORA R.R. VIVE OGGI CON UNA PENSIONE DI POCO PIU’ DI SEICENTO EURO AL MESE E CHE IL CANONE CHE OGGI PAGA A PREZZO DI MERCATO AMMONTA A CIRCA QUATTROCENTO EURO, MENTRE IL CANONE DELL’ALLOGGIO POPOLARE SAREBBE DI CIRCA VENTI EURO AL MESE!!!
Senza entrare nel merito della questione giudiziaria, che a causa della lentezza della giustizia civile rischia di produrre un risultato quando la signora R.R., che oggi ha 80 anni, non ci sarà più, e di tale risultato beneficeranno forse i suoi eredi, rileviamo come sia assurdo che, in cinque anni, il COMUNE DI LECCE e lo IACP non siano riusciti a risolvere il problema, e non siano stati in grado di reperire un altro alloggio da assegnare alla signora R.R.
Ancora una volta la burocrazia vince sul diritto ma, fatto ancora più grave, la prepotenza vince sulla legalità, perché allorquando l’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI sembrava deciso ad attivarsi ed aveva iniziato la procedura per lo sgombero dell’appartamento dagli abusivi è stato bloccato dal COMUNE DI LECCE che, nell’aprile scorso, chiedeva un po’ di tempo per poter trovare una soluzione alternativa per l’alloggio degli occupanti abusivi!
OGGI, DOPO QUASI UN ANNO, NON SI HANNO PIU’ NOTIZIE DI TALI SOLUZIONI ALTERNATIVE, E, MENTRE GLI ABUSIVI CONTINUANO A GODERE DELL’ALLOGGIO, LA SIGNORA R.R. ED I SUOI DIRITTI VENGONO DIMENTICATI.
Il sottoscritto Giovanni D’AGATA, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, non può che stigmatizzare questo comportamento, inaccettabile da parte di ENTI pubblici, che devono essere i primi a rispettare e far rispettare le leggi, ed invita pertanto il COMUNE DI LECCE a rimuovere ogni ostacolo che si frappone nell’esecuzione del provvedimento di rilascio contro gli abusivi; invita l’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI a dare pronta esecuzione al provvedimento del Tribunale.
In ogni caso, ci domandiamo:
MA E’ TANTO DIFFICILE PER IL COMUNE DI LECCE REPERIRE UN APPARTAMENTO ALTERNATIVO TRA I TANTI ALLOGGI DI RISULTA O TRA QUELLI DI NUOVA REALIZZAZIONE?
E’ POSSIBILE CHE, IN CINQUE ANNI, NON SE NE SIA PRESENTATO NEANCHE UNO? CI RENDIAMO CONTO CHE TANTA INEFFICIENZA FAVORISCE L’ILLEGALITA’?
Amaramente siamo costretti ad ammettere che è proprio vero che nella pubblica amministrazione la buona volontà è merce rara, specialmente se deve servire a tutelare i più deboli.
Lecce, 10/02/2010
Nel mese di gennaio 2005, dopo una lunga attesa (la domanda risaliva al 1999), l’Ufficio casa del Comune di Lecce comunicava alla signora R.R. che era divenuta assegnataria di un alloggio popolare, che però l’interessata non potè visionare in quanto le porte dell’immobile erano ancora murate a titolo cautelativo per evitare occupazioni abusive.
Successivamente la signora veniva contattata dall’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI dove provvedeva, previo versamento dei relativi oneri, alla sottoscrizione del contratto di locazione. Con sua grande sorpresa, però, recandosi sul luogo per prendere possesso dell’immobile, verificava che lo stesso era stato occupato abusivamente. Da allora si instaurava un estenuante rimbalzo di responsabilità tra COMUNE DI LECCE e ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI, e ciascun Ente, dichiarando a parole la propria massima disponibilità e buona volontà per risolvere il problema, di fatto non faceva nulla, addebitando all’altro ente la responsabilità per il protrarsi della situazione.
Sta di fatto che la signora R.R. ha dovuto rivolgersi ad un avvocato ed oggi, dopo cinque anni, nonostante
1. un provvedimento d’urgenza del TRIBUNALE DI LECCE che impone allo IACP di compiere tutte le attività necessarie a consentire alla signora R.R. il godimento dell’immobile,
2. un procedimento penale pendente a carico degli occupanti abusivi,
3. un giudizio civile pendente innanzi il TRIBUNALE DI LECCE per l’adempimento del contratto di locazione ed il risarcimento del danno,
la signora R.R. ancora vive nell’appartamento a canone di mercato nel quale abitava, e non sa quando potrà vedere realizzato il suo sogno di poter avere una casa popolare ad un prezzo per lei accessibile!
E’ IMPORTANTE SOTTOLINEARE CHE LA SIGNORA R.R. VIVE OGGI CON UNA PENSIONE DI POCO PIU’ DI SEICENTO EURO AL MESE E CHE IL CANONE CHE OGGI PAGA A PREZZO DI MERCATO AMMONTA A CIRCA QUATTROCENTO EURO, MENTRE IL CANONE DELL’ALLOGGIO POPOLARE SAREBBE DI CIRCA VENTI EURO AL MESE!!!
Senza entrare nel merito della questione giudiziaria, che a causa della lentezza della giustizia civile rischia di produrre un risultato quando la signora R.R., che oggi ha 80 anni, non ci sarà più, e di tale risultato beneficeranno forse i suoi eredi, rileviamo come sia assurdo che, in cinque anni, il COMUNE DI LECCE e lo IACP non siano riusciti a risolvere il problema, e non siano stati in grado di reperire un altro alloggio da assegnare alla signora R.R.
Ancora una volta la burocrazia vince sul diritto ma, fatto ancora più grave, la prepotenza vince sulla legalità, perché allorquando l’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI sembrava deciso ad attivarsi ed aveva iniziato la procedura per lo sgombero dell’appartamento dagli abusivi è stato bloccato dal COMUNE DI LECCE che, nell’aprile scorso, chiedeva un po’ di tempo per poter trovare una soluzione alternativa per l’alloggio degli occupanti abusivi!
OGGI, DOPO QUASI UN ANNO, NON SI HANNO PIU’ NOTIZIE DI TALI SOLUZIONI ALTERNATIVE, E, MENTRE GLI ABUSIVI CONTINUANO A GODERE DELL’ALLOGGIO, LA SIGNORA R.R. ED I SUOI DIRITTI VENGONO DIMENTICATI.
Il sottoscritto Giovanni D’AGATA, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, non può che stigmatizzare questo comportamento, inaccettabile da parte di ENTI pubblici, che devono essere i primi a rispettare e far rispettare le leggi, ed invita pertanto il COMUNE DI LECCE a rimuovere ogni ostacolo che si frappone nell’esecuzione del provvedimento di rilascio contro gli abusivi; invita l’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI a dare pronta esecuzione al provvedimento del Tribunale.
In ogni caso, ci domandiamo:
MA E’ TANTO DIFFICILE PER IL COMUNE DI LECCE REPERIRE UN APPARTAMENTO ALTERNATIVO TRA I TANTI ALLOGGI DI RISULTA O TRA QUELLI DI NUOVA REALIZZAZIONE?
E’ POSSIBILE CHE, IN CINQUE ANNI, NON SE NE SIA PRESENTATO NEANCHE UNO? CI RENDIAMO CONTO CHE TANTA INEFFICIENZA FAVORISCE L’ILLEGALITA’?
Amaramente siamo costretti ad ammettere che è proprio vero che nella pubblica amministrazione la buona volontà è merce rara, specialmente se deve servire a tutelare i più deboli.
Lecce, 10/02/2010
Giovanni D’AGATA
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”.
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”.
martedì 9 febbraio 2010
"No mare nero" replica al sindaco di Vernole
In un articolo apparso ieri su Quotidiano il Sindaco di Vernole accusa “certi ambientalisti di casa nostra” (alias noi di “No mare nero”) di indifferenza nei confronti del problema di sversamenti di liquami civili in corrispondenza dello sbocco a mare del depuratore di Ciccio Prete, soprattutto sbeffeggiando la nostra iniziativa sulle piattaforme petrolifere. Nel merito la questione di Ciccio Prete, alla quale pure non possiamo non essere interessati, si profila molto probabilmente o nel senso di una mancata sorveglianza sul funzionamento del depuratore, quindi scarsa attenzione dei Sindaci di Lecce (e Vernole, cioè lui stesso) e del Presidente della Provincia Gabellone, oppure di sversamenti abusivi di liquami civili lungo una condotta parallela destinata a far refluire fino al mare acque bianche. Avete visto che il Sindaco Mangione ha fatto in modo di farci negare l’accesso al Castello di Acaya per la nostra manifestazione del 1 Febbraio scorso. Il suo profilo di ambientalista è presto delineato: proprio oggi c’era la prima udienza di un processo penale che lo vede imputato per abuso d’ufficio, collegato alla arcinota vicenda della sua casa abusiva e del derivante suo conflitto d’interesse col ruolo di Sindaco. Ha a carico un’altra indagine per aver aperto con sua ordinanza una strada d’accesso alle Cesine, mettendosi contro WWF, Forestale e tutte le associazioni ambientaliste. Strada peraltro subito sigillata con provvedimento della Magistratura.Questo è Mangione: le sue finte prese di posizione con Perrone e Gabellone non possono essere prese sul serio, perché appartengono alla stessa area politica. Come è impensabile pensare di averlo al nostro fianco nella lotta contro le piattaforme, o peggio ancora contro il nucleare, visto che è schieratissimo col ministro Fitto, che è quello che con Scajola ha impugnato innanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale della Puglia contro il nucleare.
“NO MARE NERO”
IL PRESIDENTE
Alfredo Fasiello
Stabilizzazione precari sanità Pugliese
Il Presidente della Regione Puglia Nicki Vendola ha annunciato su facebook la stabilizzazione di 7000 precari della sanità Pugliese. Ecco quanto detto dal Presidente su Facebook:"la scorsa notte, verso le 3.30, dopo le irresponsabili ostruzioni del centrodestra, abbiamo approvato la stabilizzazione di 7.000 precari della sanità che andranno ad arricchire il patrimonio sanitario della nostra Regione. Una decisione ancor più importante se pensiamo che risparmieremo 20 milioni di euro all'anno sui servizi e potremo finalmente dare un futuro a 7.000 famiglie . Ma vediamo come sono andate le cose. Ieri si è riunito per l'ultima volta il consiglio regionale, all'ordine del giorno vi era il disegno di legge che dovrebbe mettere ordine nel settore della sanità pugliese e che tra le altre cose prevede la stabilizzazione di 7000 precari. La discussione del provvedimento è cominciata alle 12.00 di ieri mattina ed è stata sospesa alle 3.30 di questa notte, dopo però che si è riusciti ad approvare un solo articolo dei 48 previsti, l'articolo 32, che appunto prevede la stabilizzazione dei precari. L'approvazione dell'articolo è stata accolta da un lungo applauso dei molti precari presenti . Il consiglio regionale dovrà oggi approvare l'intero provvedimento entro la mezzanotte.
Adelchi: Zipponi (Idv): “A noi interessa risolvere i problemi”
“Alla crisi dobbiamo rispondere uscendo dall’isolamento e ragionando in termini ampi mettendo a disposizione dei lavoratori e delle imprese sane tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione: in primo luogo ad esempio l’Italia dei Valori presenterà in parlamento per portare alla luce i nomi e i volti del paese reale, cioè di quei lavoratori che stanno perdendo il posto di lavoro. Obiettivo dell’interrogazione è quello di chiedere al governo di perseguire eventuali azioni illecite dell’attuale proprietà e, comunque, di attivare quelle leggi che permettono il commissariamento dell’azienda stante l’enormità dei lavoratori occupati (oltre 1000 diretti) e del debito”. Così l’onorevole Maurizio Zipponi ai lavoratori dell’Adelchi in stato di agitazione riuniti in assemblea presso il Municipio di Trifase.“ . All’Italia dei Valori interessa la soluzione dei problemi e per questo siamo disposti a fare il patto anche col diavolo e quindi a sostenere eventuali azioni positive del governo che vadano verso il commissariamento. E’ indispensabile tuttavia far luce su una vicenda in cui un imprenditore accede a risorse pubbliche, attinge a fondi e agevolazioni, ed alla fine delocalizza, cede rami di azienda bypassando le norme. E’ una vicenda su cui far luce – dice Zipponi durante l’incontro – perché la ratio di fondi e agevolazioni e quella di creare sviluppo e occupazione. Delocalizzare alla scadenza dei vincoli temporali è una chiara violazione di questo principio” “Ovviamente la delocalizzazione – conclude il responsabile nazionale del dipartimento tematico IdV Welfare e Lavoro – viene fatta in quei paesi (dal Bangladeh, all’India e all’Albania) dove i lavoratori sono sottopagati e sfruttati con orari di lavoro improponibili e dove non sono garantiti diritti civili ai minori, alle donne e i loro diritti sindacali. Nell’ottica di una soluzione possibile alla crisi, in una visione globale, si deve pensare a deterrenti forti, a barriere, rispetto all’immissione di prodotti realizzati in quei contesti, all’interno dei nostri mercati”.
martedì 2 febbraio 2010
ZAZZERA E ZIPPONI INCONTRANO VENDOLA: OGGI CONFERENZA STAMPA ORE 16.00 PRESSO LA SEDE REGIONALE
Oggi il coordinatore regionale dell’Italia dei Valori Puglia, on. Pierfelice Zazzera, ed il responsabile nazionale del Dipartimento Tematico Lavoro e Welfare dell’Italia dei Valori, on. Maurizio Zipponi, incontreranno il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola. Al termine dell’incontro, alle ore 16.00, terranno una conferenza stampa presso la sede regionale del partito di Via Calefati 96.
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